giovedì 11 febbraio 2010

Disagi burocratici per gli invalidi a Rieti, la Del Fallo insorge


La viceresponsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti: “Fatti incresciosi come questo devono far riflettere la società civile”

“Come al solito, nel nostro Paese le politiche sociali, ad ogni livello, si rivelano un completo fallimento”. In questo modo Barbara Del Fallo, viceresponsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti, insorge rispetto ai forti disagi riscontrati a Rieti e provincia in merito all’applicazione delle nuove norme di invalidità civile. La corrente legge, infatti, stabilisce che dal 1 gennaio 2010 le domande di invalidità devono pervenire all’Inps solo per via telematica, abolendo così la documentazione cartacea. Grave il disservizio denunciato dalla locale Uilp pensionati, considerando che in molte zone della città e della provincia reatina non esiste ancora la connessione Adsl. Risulta, inoltre, che molti medici di famiglia, essendo stati informati solo a fine 2009, non hanno ancora ricevuto i codici necessari per accedere al servizio telematico.

“Quest’episodio - commenta amareggiata la Del Fallo - è un’ulteriore testimonianza di come alcune categorie di persone, già fortemente penalizzate nella loro condizione fisica, siano danneggiate da servizi e strutture carenti che non riescono a entrare nell’ottica dello stato sociale ed assistenziale. Fatti gravi e deleteri come questo - continua - devono far riflettere tutta la società civile”. Riguardo alla segnalazione da parte della Uilp pensionati, la viceresponsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti conclude: “Invece di essere scritte a grandi lettere sui giornali, queste denunce provengono sempre più spesso da parte di frange esigue della popolazione. Evidentemente, in questo momento storico, la stampa quotidiana ha altri argomenti di cui occuparsi, mentre i cittadini reclamano a gran voce le loro priorità”.

mercoledì 18 novembre 2009

Sciopero e proteste alla Schneider di Rieti, Tiberti lancia l’allarme


Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti analizza la situazione di crisi del territorio reatino e denuncia: “L’attività di mediazione dei sindacati locali è pressoché inesistente”


Roma - “La crisi occupazionale che investe la provincia di Rieti è iniziata già da circa vent’anni, ben prima della catastrofe economica attuale. Le industrie e le grandi fabbriche hanno abbandonato il territorio reatino dopo che la Cassa del Mezzogiorno ha chiuso il rubinetto dei contributi alla nostra provincia che, al momento, è una delle più affette dalla crisi economica in corso, con un tasso reale di disoccupazione che raggiunge il 20%”. È questa l’opinione di Marco Tiberti, responsabile per la provincia di Rieti dell’Italia dei Diritti, intervenuto sulla delicata situazione della Schneider Electric, l’azienda specializzata nel settore delle costruzioni elettriche, la cui dirigenza, dopo la rottura delle trattative sindacali, ha deciso unilateralmente di avviare la procedura di mobilità per 59 dipendenti. Immediata la reazione dei lavoratori che hanno proclamato uno sciopero, una manifestazione di protesta davanti allo stabilimento e una serie di iniziative future in difesa dei loro diritti.

Secondo Tiberti “l’attuale sistema economico antidemocratico e ingiusto, fondato sul profitto, calpesta i diritti umani e sfrutta i lavoratori che, nei paesi più arretrati del mondo, sono sottopagati e senza alcuna tutela; inoltre, non ha nessuna remora ad abbandonare territori, come quello reatino, che non ritiene più produttivi, lasciando così senza occupazione migliaia di onesti cittadini. Pertanto, diventa fondamentale l’opera delle parti sociali che dovrebbero proporre soluzioni, insieme con le istituzioni locali, per mantenere produttive le aree industriali e difendere i posti di lavoro. In realtà - accusa il rappresentante provinciale del movimento nato per volere di Antonello De Pierro - tale opera nella provincia di Rieti è pressoché inesistente. I sindacati confederati territoriali sono piccoli gruppi di potere che hanno il solo scopo di mantenere e consolidare la propria rete d’interessi politici ed economici, e non hanno alcuna volontà di lottare in difesa dei lavoratori. Questa è una realtà che tutti conoscono ma nessuno denuncia. L’unica vertenza sindacale degna di nota è quella dell’azienda Ri.Tel (ex Alcatel) che dura ormai da più di dieci anni e per la quale ancora non si è trovata una soluzione positiva”.

“Noi dell’Italia dei Diritti - conclude Tiberti - siamo vicini ai lavoratori della Schneider e auspichiamo che la loro difficile situazione possa suscitare riflessioni importanti nelle istituzioni, sindacali e politiche”.

martedì 28 luglio 2009

Nuovi impianti sciistici al Terminillo, Tiberti contrario


Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Necessario un piano regolatore che tenga conto dell’impatto ambientale”

Roma - “Se il progetto di rilancio del monte Terminillo dovesse essere portato a termine una delle montagne più belle e incontaminate del nostro Paese verrebbe devastata”. Queste le dure parole di Marco Tiberti, responsabile per la provincia di Rieti per il movimento Italia dei Diritti, di fronte al «Terminillo Superski», il progetto di rilancio turistico voluto dalla Provincia e dalla Regione che prevede nuove piste sciistiche nella zona tra Micigliano, Cantalice e Leonessa, con ben tredici nuovi impianti. Ieri il CAI Lazio e Umbria, ANISA Ass. Naz. Insegnanti Storia dell’Arte, FIE Federazione Italiana Escursionismo, Legambiente, Italia Nostra, Mountain Wilderness, UISP Lega montagna, WWF, Associazione Stefano Zavka, si sono ritrovati sulla montagna, presso il Rifugio “Angelo Sebastiani”, per raccogliere firme per la creazione di un Parco Regionale e chiedere alla Provincia di Rieti e alla Regione Lazio di produrre gli studi di fattibilità e le analisi di impatto e di incidenza ambientale, affinché venga valutato il progetto sotto il profilo tecnico. “Il versante Leonessa - continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è uno dei più protetti e incontaminati del monte Terminillo e, oltre ad essere una zona con l'aria più salubre d'Italia, ideale per gli asmatici, ricca di boschi incontaminati ed endemismi quali orchidee, ha anche tantissimi vincoli paesaggistici e geologici. Pensare di distruggere porzioni di questo territorio, disboscando e modificando la morfologia esistente per creare un’attrazione turistica sfruttabile soltanto pochi mesi all’anno, è una autentica follia. Il rilancio economico attraverso il turismo è certamente una cosa positiva, ma sicuramente esistono delle soluzioni più ecologicamente sostenibili. Le piste, inoltre - spiega Tiberti - già esistono ma sono inattive. È opportuno creare, attraverso un progetto partecipato che tenga conto anche del parere dei residenti e delle comunità montane, un parco naturale visitabile tutto l’anno che possa offrire ancora paesaggi incontaminati.

giovedì 11 giugno 2009

Si allarga la blu area a Rieti, Tiberti commenta


Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Se l’obiettivo non è solo quello di ‘fare cassa’, il problema deve essere affrontato più seriamente”


Roma - “Il traffico costituisce un grande problema ma per risolverlo, a Rieti come altrove, la sosta a pagamento deve essere accompagnata da altre misure.” Con queste parole il responsabile dell’Italia dei Diritti per la provincia di Rieti Marco Tiberti commenta la decisione di allargare la blu area alle vie circostanti l’Azienda sanitaria locale, il Tribunale e la Camera di commercio. “Se il Comune decide di imporre il pagamento per la sosta dei veicoli - prosegue - deve studiare soluzioni che tengano conto delle esigenze di chi lavora nella zona interessata o vi si reca per usufruire dei diversi servizi. Inutile dire che un efficiente sistema di trasporto pubblico disincentiverebbe l’uso delle automobili, inoltre si potrebbero realizzare parcheggi gratuiti in aree non lontane da quella di cui stiamo parlando e senza investire le cifre elevate che sono state spese per il parcheggio sotterraneo del centro storico, per non parlare dei disagi che quei lavori hanno comportato. Insomma - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - se l’obiettivo non è solo quello di ‘fare cassa’, il problema deve essere affrontato più seriamente.”

giovedì 28 maggio 2009

Piano antincendi a Rieti, i dubbi dell’Italia dei Diritti


Il responsabile provinciale del movimento Marco Tiberti: “Per prevenire e combattere il fenomeno fondamentale l’attività ispettiva del Corpo Forestale”


Roma - “Sarebbe sufficiente che ogni corpo svolgesse il compito a cui in origine era preposto. Quello dei Vigili del Fuoco è di spengere incendi, al Corpo Forestale spetta l’attività di repressione e prevenzione dei reati legati a questo problema, compito svolto in parte perché spesso il Corpo Forestale è impegnato a fare il lavoro dei Vigili del Fuoco”. Questo il commento del responsabile per la provincia di Rieti del movimento Italia dei Diritti Marco Tiberti su quanto emerso dalla riunione, tenutasi ieri, del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduta dal Prefetto e con il coinvolgimento dei vertici delle Forze dell’ordine e di rappresentanti di vari comuni tra cui Rieti, Cittaducale, Poggio Mirteto, ecc. Pur favorevole alle iniziative di sensibilizzazione e alla cooperazione tra Vigili del Fuoco e Corpo Forestale, l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro puntualizza sulla necessità di indagare in maniera approfondita sul fenomeno degli incendi ed esprime perplessità su alcune proposte. Così conclude Tiberti: “Per evitare il ripetersi di questi fenomeni è necessario fare indagini approfondite, attività che il Corpo Forestale non riesce al momento a svolgere in modo completo. Geomorfologicamente in Italia è difficile che un bosco prenda fuoco in modo spontaneo, la maggior parte degli incendi è di origine dolosa o per distrazione dei cittadini, in questo contesto le indagini servono a capire la dinamica e l’origine di questi fatti, attività essenziale per la prevenzione e repressione del reato d’incendio. Quanto alle proposte relative all’incremento dei sistemi di videosorveglianza, attendo maggiori delucidazioni poiché non risulta al momento chiara la metodologia che si intende adottare, non sono stati specificati i mezzi. Sono favorevole all’aumento di telecamere aeree e ai lati delle strade per individuare focolai, ma trovo difficile e complesso inserire videocamere nei boschi. Inoltre vanno anche valutati i costi di tali operazioni.”